La Bulimia Nervosa è un disturbo alimentare in cui una persona segue una modalità di alimentarsi distruttiva per cercare di controllare il proprio peso. Le persone che soffrono di Bulimia tendono ad abbuffarsi consumando grandi quantità di cibo in un breve periodo di tempo questo seguito da tentativi di eliminare il cibo dal loro corpo tramite l'uso di lassativi o autoinducendosi il vomito. Questi comportamenti sono tenuti segreti e carichi di forti emozioni sgradevoli.
In aggiunta allo stress mentale, queste condotte di abbuffata ed eliminazione, producono danni al corpo. Diversamente da chi soffre di Anoressia, le persone con Bulimia non mostrano una significativa perdita di peso ma comunque le complicazioni dovute al disturbo sono serie e possono mettere a rischio la vita. Sistema digerente Gola dolente o mal di stomaco sono i primi e ovvi danni fisici collaterali evidenti. Una cronica autoinduzione del vomito causa una varietà di sintomi nel tratto digerente, a cominciare dalla bocca. L'alto contenuto di acidi del vomito può danneggiare i denti, causando l'erosione dello smalto, sensibilità dentale e danni da masticazione di gomme. Guance o bocca gonfie possono insorgere dall'ingrossamento delle ghiandole salivari. Vomito eccessivo può causa dolore o gonfiore alla gola. L'acido può irritare o creare lacerazioni all'esofago. Sangue nel vomito è indice di danni all'esofago. Anche lo stomaco può irritarsi. Acidità di stomaco, bruciori allo stomaco e reflussi acidi sono comuni. Mettersi le dita in gola è un modo in cui le persone con Bulimia si inducono il vomito. Fare questo molte e molte volte può creare cicatrici sulla pelle di dita e mani (segno di Russel) dovute all'esposizione agli acidi. Un altro modo di liberare il corpo dal cibo è l'uso di diuretici, pillole dietetiche o lassativi. Il sovrautilizzo di questi prodotti può portare a difficoltà nei movimenti intestinali senza farne uso. Un uso scorretto di diuretici può danneggiare i reni. Danni all'intestino possono causare gonfiore, diarrea o stitichezza. Costringere l'intestino a movimenti frequenti porta ad avere problemi di emorroidi. Ricorrenti abbuffate e condotte di eliminazione richiedono sforzo fisico e possono portare ad un generale senso di debolezza e fatica. Sistema circolatorio Frequenti condotte di eliminazione portano a disidratazione, portando a pelle secca, muscoli deboli ed estrema fatica. Vomitando si va verso uno squilibrio elettrolitico. Bassi livelli di potassio, magnesio e sodio sono frequenti. Questo provoca difficoltà al cuore e può causare aritmie, indebolimento del muscolo cardiaco e insufficienza cardiaca. La Bulimia può causare pressione bassa, polso debole e anemia. L'espulsione del cibo è un evento violento. La forza con cui avviene può causare la rottura di vasi sanguigni negli occhi. Sistema riproduttivo La bulimia interferisce con il ciclo mestruale o lo interrompe del tutto. Uno squilibrio ormonale e stanchezza possono sopprimere il desiderio sessuale. Se le ovaie non rilasciano ovuli per lungo tempo, concepire un bambino può diventare impossibile. Donne incinta che continuano con comportamenti di abbuffata e condotte di eliminazione aggiungono complicazioni per sé stesse e per il bambino come:
Fonte: Healthline
35 Commenti
Vi pubblico una ricerca esplorativa sul Pensiero desiderante nel Binge Eating Disorder. Vorrei provare a spiegare in parole semplici e comprensibili cosa genera e cosa mantiene un disturbo alimentare (escludendo il disturbo da alimentazione incontrollata che merita un discorso a sé) anche ai non addetti ai lavori. Parlo di disturbi alimentari perché è ormai accettata l'ipotesi trans-diagnostica per cui una persona, nell'arco della vita, può passare da un disturbo all'altro (più spesso da una fase anoressia ad una bulimica).
Iniziamo il "percorso". Generalmente la persona che soffrirà poi di un disturbo alimentare ha un'idea di sé come fortemente inadeguata e, per far fronte a questo disagio (spesso vera e propria sofferenza), cerca di essere perfetta (alti standard, intolleranza dell'errore) al 100%, non basta 99% perché equivale a 0 (pensiero bianco o nero), per ottenere ciò deve, con enorme fatica, tenere il più possibile sotto controllo tutti gli aspetti della propria vita, pena sentirsi fortemente inadeguata. Questo è il substrato di partenza, la vulnerabilità iniziale creata dallo stile familiare dove passa il messaggio: perfetta uguale voluta bene. A questo punto, per puro caso, può capitare che la persona venga criticata sul peso da un elemento significativo della cerchia sociale, un abito che non entra più, una taglia richiesta in un negozio che non va più bene cosicché, questa persona, inizia a focalizzare tutto il controllo sul cibo, sul peso e sulle forme corporee (a questo punto la prestazione per essere perfetta riguarda il peso). E' in questo momento che magari si inizia una dieta, anche prescritta da un professionista a volte, ed ecco che comincia la restrizione alimentare (con idee perfezioniste: devo diminuire di peso sempre, non sono ammesse debolezze, un biscotto mangiato è un fallimento esattamente come mangiarne un sacchetto, ecc.). La restrizione porta però ad affamarsi, a pensare di più al cibo con conseguente aumento dell'ansia perché il cibo è pericoloso (rappresenta la perdita del controllo con conseguente perdita di autostima) e quindi arriva inevitabile l'abbuffata con successivi sensi di colpa e disgusto verso sé stessi. Cosa fare a questo punto? Ripromettersi di non mangiare più, di non cedere più, restringere di nuovo insomma, ed ecco che il ciclo si ripete. Unito a questo processo che porta a quelle che si chiamano abbuffate alimentari, ne esiste un altro dovuto alla vulnerabilità emotiva di cui spesso soffrono queste persone. Per vulnerabilità emotiva si intende la presenza di un livello di attivazione emotiva di base più alto, che comporta una più alta facilità di sperimentare picchi emotivi sgradevoli unito ad un più lento ritorno allo stato di base. Ciò fa si che, nelle persone con disturbi alimentari, ci sia una minore gestione delle emozioni che danno luogo spesso ad abbuffate emotive questa volta per gestire le emozioni sgradevoli: rabbia, ansia, vuoto... Prendendo spunto da questo articolo su State of Mind, che consiglio a tutti di leggere, volevo contribuire a far conoscere il fenomeno di questi siti Pro ANA (a favore dell'anoressia) e Pro MIA (a favore della bulimia) a più colleghi possibile, che magari non si occupano direttamente di disturbi alimentari, e anche alle persone comuni, magari genitori. Il fenomeno è in crescita in tutto il mondo tanto che molti ricercatori stanno studiando queste comunità web per capire come funzionano e come poter intervenire. Informarsi a riguardo è già un primo passo!
|
Details
Blog del Dr. Fabio Boccaletti - Psicologo e PsicoterapeutaCategorie
Tutti
|