MINDFULNESS
Mindfulness significa essere consapevoli e pienamente presenti in ciò che sta accadendo in questo momento, calandosi nell'istante presente. È la pratica del prestare attenzione: sapere dov'è e poter scegliere dove dirigerla.
La pratica della Mindfulness si propone di:
La pratica formale richiede di ritagliarsi del tempo ogni giorno da dedicare alla meditazione, in silenzio, prestando attenzione alla respirazione, ai sensi, alle emozioni, ai suoni...
La pratica informale invece non segue regole precise: consiste nel prendere coscienza della vita di ogni giorno, prestando una nuova attenzione a tutte quelle attività quotidiane che spesso svolgiamo inserendo il "pilota automatico" (mangiare, camminare, fare una doccia, guidare, fare le faccende domestiche...).
La pratica della Mindfulness ci permette di comprendere che i pensieri vanno e vengono, che i pensieri sono solo pensieri e noi non siamo i nostri pensieri.
Cosa non è la Mindfulness
Non è svuotare la mente: non richiede di eliminare i pensieri, anzi, sviluppa la capacità di comprendere che i nostri pensieri sono solo pensieri e che non sono quindi un riflesso della realtà esterna che ci circonda. Ci permette di smettere d'inseguire quei pensieri che giudichiamo dannosi, irrazionali o inutili, senza però cercare di bloccarli perché otterremmo l'effetto opposto.
Non è un metodo per rilassarsi: praticando la Mindfulness può capitare di rilassarsi, ma non lo si persegue come obiettivo. Essa ci porta ad osservare ed accettare la nostra condizione attuale, nel momento presente, sia che siamo tesi, arrabbiati o agitati.
Non è un metodo per evitare esperienze spiacevoli: se il dolore è inevitabile, la sofferenza dipende molto dal modo in cui ci si rapporta all'esperienza negativa. È su questa modalità di risposta che lavora la Mindfulness aiutandoci ad aumentare la nostra capacità di vivere il dolore. Quando ci esercitiamo a reagire al dolore con l'accettazione, anziché opporvi resistenza, la nostra sofferenza diminuisce.
Non è diventare impassibili: al contrario ci consente di attraversare il fiume delle emozioni. Ciò non significa quindi evitarle, ma neppure rimanerne sommersi. Significa semplicemente esserne consapevoli.
Non è la ricerca della beatitudine: impariamo che gli stati emozionali vanno e vengono, che non dobbiamo cercare di fermarli, di aggrapparci ai momenti belli o rifiutare quelli spiacevoli. Ciò significa che anche le emozioni come irrequietezza, irritazione e frustrazione che possiamo provare non sono da considerare degli insuccessi; sono degli stati emozionali che non dobbiamo cercare di cacciare, ma semplicemente osservare e accettare, nella loro evoluzione e transitorietà.
Non è autoindulgenza: la Mindfulness porta a guardare se stessi esattamente per ciò che si è, e ad accettarsi pienamente. Questo crea un rapporto sicuro con se stessi come base per il vivere. Solo a quel punto si può cambiare. L'accettazione incondizionata è per se stessi in quanto persone.
La pratica della Mindfulness si propone di:
- produrre un aumento della nostra consapevolezza,
- aiutarci ad abbandonare i nostri giudizi e, di conseguenza, lo stress e l'ansia,
- condurci verso un'esperienza di vita piena e più ricca,
- aiutarci a sostituire, nella vita quotidiana, i comportamenti reattivi, automatici e distruttivi con scelte consapevoli e funzionali.
La pratica formale richiede di ritagliarsi del tempo ogni giorno da dedicare alla meditazione, in silenzio, prestando attenzione alla respirazione, ai sensi, alle emozioni, ai suoni...
La pratica informale invece non segue regole precise: consiste nel prendere coscienza della vita di ogni giorno, prestando una nuova attenzione a tutte quelle attività quotidiane che spesso svolgiamo inserendo il "pilota automatico" (mangiare, camminare, fare una doccia, guidare, fare le faccende domestiche...).
La pratica della Mindfulness ci permette di comprendere che i pensieri vanno e vengono, che i pensieri sono solo pensieri e noi non siamo i nostri pensieri.
Cosa non è la Mindfulness
Non è svuotare la mente: non richiede di eliminare i pensieri, anzi, sviluppa la capacità di comprendere che i nostri pensieri sono solo pensieri e che non sono quindi un riflesso della realtà esterna che ci circonda. Ci permette di smettere d'inseguire quei pensieri che giudichiamo dannosi, irrazionali o inutili, senza però cercare di bloccarli perché otterremmo l'effetto opposto.
Non è un metodo per rilassarsi: praticando la Mindfulness può capitare di rilassarsi, ma non lo si persegue come obiettivo. Essa ci porta ad osservare ed accettare la nostra condizione attuale, nel momento presente, sia che siamo tesi, arrabbiati o agitati.
Non è un metodo per evitare esperienze spiacevoli: se il dolore è inevitabile, la sofferenza dipende molto dal modo in cui ci si rapporta all'esperienza negativa. È su questa modalità di risposta che lavora la Mindfulness aiutandoci ad aumentare la nostra capacità di vivere il dolore. Quando ci esercitiamo a reagire al dolore con l'accettazione, anziché opporvi resistenza, la nostra sofferenza diminuisce.
Non è diventare impassibili: al contrario ci consente di attraversare il fiume delle emozioni. Ciò non significa quindi evitarle, ma neppure rimanerne sommersi. Significa semplicemente esserne consapevoli.
Non è la ricerca della beatitudine: impariamo che gli stati emozionali vanno e vengono, che non dobbiamo cercare di fermarli, di aggrapparci ai momenti belli o rifiutare quelli spiacevoli. Ciò significa che anche le emozioni come irrequietezza, irritazione e frustrazione che possiamo provare non sono da considerare degli insuccessi; sono degli stati emozionali che non dobbiamo cercare di cacciare, ma semplicemente osservare e accettare, nella loro evoluzione e transitorietà.
Non è autoindulgenza: la Mindfulness porta a guardare se stessi esattamente per ciò che si è, e ad accettarsi pienamente. Questo crea un rapporto sicuro con se stessi come base per il vivere. Solo a quel punto si può cambiare. L'accettazione incondizionata è per se stessi in quanto persone.