BULIMIA NERVOSA
Laura, una bella ragazza di 21 anni, dice: “Da due anni quando mi guardo allo specchio o quando faccio caso al mio corpo mi sento sgradevole; è difficile da spiegare, ma è come se mi facessi schifo, disgusto. Guardo le mie cosce o la mia pancia e mi sembra di vedere tanta ciccia o cellulite. Solo quando riesco a mangiare poco mi sembra di essere a posto e non volgare, quindi spesso mi metto a fare lunghi digiuni o diete ferree. Il problema è che poi, o perché sono soddisfatta di me e mi voglio premiare, o perché mi sento depressa e non ne posso più della dieta, mi concedo di interromperla. A quel punto in un attimo mi risento uno schifo e mi ritrovo ad abbuffarmi di schifezze e ricomincio con abbuffate e vomito. Più mangio e più mi viene voglia di provocarmi il vomito; però poi più vomito e più mi sento uno schifo e ho voglia di mangiare. Mi sembra di non riuscire a pensare ad altro che al cibo: o perché non mangio, o perché mangio, o perché devo eliminare quello che ho mangiato”.
Quello descritto da Laura è un esempio dell’esperienza delle pazienti bulimiche e del circolo vizioso che si viene a creare tra abbuffate e condotte tese a controllare il peso.
Come si riconosce il disturbo? Si fa diagnosi di Bulimia quando sono presenti i seguenti comportamenti: abbuffate ricorrenti, ovvero consumo di grandi quantità di cibo indipendentemente dalla percezione di fame e con la sensazione di perdita di controllo (ad esempio: mangiare un pacco intero di merendine subito dopo un pranzo completo); condotte di compenso, finalizzate a neutralizzare gli effetti delle abbuffate, come il vomito autoindotto (che è il comportamento di compenso più frequentemente utilizzato), l’assunzione impropria di lassativi e diuretici, o la pratica eccessiva di esercizio fisico. È, inoltre, presente una continua ed estrema preoccupazione per il peso e le forme corporee. Le abbuffate sono vissute in genere con estrema vergogna e disagio; spesso sono associate a momenti di solitudine, di stress, di sensazione psicologica di vuoto o di noia, ed il cibo viene rapidamente ingerito in maniera scomposta, incoerente ed eccessiva.
Quando siamo davanti a un caso di bulimia le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano almeno una volta a settimana per un periodo minimo di tre mesi.
Come illuminato dall’esempio di Laura la caratteristica principale della bulimia nervosa è un circolo vizioso che tende ad autoperpetuarsi tra preoccupazione per il peso, dieta ferrea, abbuffate e condotte di compenso. Paradossalmente la dieta ferrea aumenta la probabilità e la frequenza delle abbuffate, queste aumentano la probabilità del vomito o di altre condotte eliminatorie e così via. Tra l’altro l’esposizione ad una continua restrizione calorica ed alla perdita di peso può provocare sintomi quali depressione, ansia, ossessività, irritabilità, labilità dell'umore, sensazione di inadeguatezza, affaticamento, preoccupazione per il cibo, scarsa concentrazione, isolamento sociale e forte spinta ad abbuffarsi.
I soggetti bulimici generalmente hanno un peso normale, cosa che rende il disturbo più difficile da identificare (rispetto per esempio all’anoressia, facilmente individuabile per la significativa perdita di peso).
È un disturbo che usualmente insorge alla fine dell'adolescenza o all'inizio della giovinezza ed è molto più frequente nel sesso femminile (9 a 1 nel rapporto con il sesso maschile). L’esordio si ha generalmente in un'età compresa tra i quindici e i venticinque anni, con un picco nella fascia d’età che va dai 17 ai 19. Sono comunque descritte anche forme precoci, in età infantile, e tardive.
Nei paesi occidentali la prevalenza è di circa un caso ogni cento giovani donne, anche se forse i dati di prevalenza e incidenza tendono a sottostimare la dimensione effettiva del fenomeno, dal momento che questa patologia tende a essere tenuta nascosta per vergogna e che le persone affette possono mascherare il disturbo per anni.
Le complicanze mediche, spesso sottovalutate, sono conseguenze sia delle abbuffate sia delle condotte di compenso. Il vomito ripetuto e l'abuso di lassativi o diuretici inducono scompensi dell'equilibrio elettrolitico, soprattutto riducono i livelli ematici di potassio, con serie ripercussioni a livello cardiaco, renale, cerebrale. Gastriti, esofagiti, emorroidi, prolasso rettale sono tra le altre patologie secondarie al vomito frequente e all'abuso di lassativi. Il vomito ripetuto, inoltre, può condurre ad una cospicua e permanente perdita dello smalto dentale, specialmente dei denti incisivi; questi diventano scheggiati, intaccati, e "tarlati"; aumenta inoltre la frequenza delle carie (Vedi anche il seguente articolo: Gli effetti della Bulimia sul corpo).
Quelle elencate sono solo alcune delle conseguenze della bulimia. Se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco. Secondo l’American Psychiatric Association (APA), sono la seconda causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali.
Quello descritto da Laura è un esempio dell’esperienza delle pazienti bulimiche e del circolo vizioso che si viene a creare tra abbuffate e condotte tese a controllare il peso.
Come si riconosce il disturbo? Si fa diagnosi di Bulimia quando sono presenti i seguenti comportamenti: abbuffate ricorrenti, ovvero consumo di grandi quantità di cibo indipendentemente dalla percezione di fame e con la sensazione di perdita di controllo (ad esempio: mangiare un pacco intero di merendine subito dopo un pranzo completo); condotte di compenso, finalizzate a neutralizzare gli effetti delle abbuffate, come il vomito autoindotto (che è il comportamento di compenso più frequentemente utilizzato), l’assunzione impropria di lassativi e diuretici, o la pratica eccessiva di esercizio fisico. È, inoltre, presente una continua ed estrema preoccupazione per il peso e le forme corporee. Le abbuffate sono vissute in genere con estrema vergogna e disagio; spesso sono associate a momenti di solitudine, di stress, di sensazione psicologica di vuoto o di noia, ed il cibo viene rapidamente ingerito in maniera scomposta, incoerente ed eccessiva.
Quando siamo davanti a un caso di bulimia le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano almeno una volta a settimana per un periodo minimo di tre mesi.
Come illuminato dall’esempio di Laura la caratteristica principale della bulimia nervosa è un circolo vizioso che tende ad autoperpetuarsi tra preoccupazione per il peso, dieta ferrea, abbuffate e condotte di compenso. Paradossalmente la dieta ferrea aumenta la probabilità e la frequenza delle abbuffate, queste aumentano la probabilità del vomito o di altre condotte eliminatorie e così via. Tra l’altro l’esposizione ad una continua restrizione calorica ed alla perdita di peso può provocare sintomi quali depressione, ansia, ossessività, irritabilità, labilità dell'umore, sensazione di inadeguatezza, affaticamento, preoccupazione per il cibo, scarsa concentrazione, isolamento sociale e forte spinta ad abbuffarsi.
I soggetti bulimici generalmente hanno un peso normale, cosa che rende il disturbo più difficile da identificare (rispetto per esempio all’anoressia, facilmente individuabile per la significativa perdita di peso).
È un disturbo che usualmente insorge alla fine dell'adolescenza o all'inizio della giovinezza ed è molto più frequente nel sesso femminile (9 a 1 nel rapporto con il sesso maschile). L’esordio si ha generalmente in un'età compresa tra i quindici e i venticinque anni, con un picco nella fascia d’età che va dai 17 ai 19. Sono comunque descritte anche forme precoci, in età infantile, e tardive.
Nei paesi occidentali la prevalenza è di circa un caso ogni cento giovani donne, anche se forse i dati di prevalenza e incidenza tendono a sottostimare la dimensione effettiva del fenomeno, dal momento che questa patologia tende a essere tenuta nascosta per vergogna e che le persone affette possono mascherare il disturbo per anni.
Le complicanze mediche, spesso sottovalutate, sono conseguenze sia delle abbuffate sia delle condotte di compenso. Il vomito ripetuto e l'abuso di lassativi o diuretici inducono scompensi dell'equilibrio elettrolitico, soprattutto riducono i livelli ematici di potassio, con serie ripercussioni a livello cardiaco, renale, cerebrale. Gastriti, esofagiti, emorroidi, prolasso rettale sono tra le altre patologie secondarie al vomito frequente e all'abuso di lassativi. Il vomito ripetuto, inoltre, può condurre ad una cospicua e permanente perdita dello smalto dentale, specialmente dei denti incisivi; questi diventano scheggiati, intaccati, e "tarlati"; aumenta inoltre la frequenza delle carie (Vedi anche il seguente articolo: Gli effetti della Bulimia sul corpo).
Quelle elencate sono solo alcune delle conseguenze della bulimia. Se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco. Secondo l’American Psychiatric Association (APA), sono la seconda causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali.