DEPRESSIONE
Alice è una giovane laureata, attualmente ha una borsa di studio in università, dove si occupa di ricerca, e frequenta un master di specializzazione; è fidanzata con Davide da anni e sono da poco andati a convivere. La vita di Alice sembra perfetta e invidiabile: è in buona salute, fortemente stimata nel suo ambito, ha una famiglia che le vuole bene. Tuttavia, Alice vive costantemente una sensazione di insoddisfazione, mancanza di interesse per quello che fa, si sente costantemente stanca, la testa è pesante. Riflette su quello che ha e si sente in colpa, in fondo non può lamentarsi di nulla. Ogni minima delusione si trasforma in una ferita profonda e ogni gesto, ogni sguardo, ogni parola a lei rivolti sono segnali di critiche o giudizi negativi. Passano i giorni, e Alice si rende conto che non c’è via d’uscita: pensa continuamente a quanto si sente male e pur provandoci non riesce ad agire diversamente. Perde peso, dorme male, limita gradualmente tutte le attività extra lavorative. Spesso pensa che ogni giornata porti con sé compiti inaffrontabili, comincia a stare sempre più tempo in casa, smette di andare a lavorare.
La depressione è un disturbo molto diffuso. Ne soffrono infatti circa 15 persone su 100. Le statistiche ci dicono che in un gruppo di 6 persone almeno una soffrirà di depressione nella sua vita.
Tutti quanti abbiamo l'esperienza di una giornata storta, in cui siamo giù di corda, tristi, più irritabili del solito e "ci sentiamo un po' depressi". Molto probabilmente non si tratta di un disturbo depressivo, ma di un calo d'umore passeggero. La depressione clinica invece presenta molti altri sintomi e si prolunga nel tempo. Per andare via richiede un trattamento psicologico e/o farmacologico. Chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata, per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente sempre giù e/o irritabile, si sente stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso ("dolore del vivere").
In generale, chi ha la depressione clinica può soffrire quotidianamente dei seguenti sintomi:
I parenti e gli amici della persona depressa, animati da buone intenzioni, possono cercare di spronarla invitandola a sforzarsi di reagire, senza rendersi conto che questo aumenta il suo senso di colpa e la sua autosvalutazione. L'atteggiamento più utile è aiutare la persona depressa ad intraprendere un percorso di cura fatto di un'adeguata terapia farmacologica e una psicoterapia cognitivo - comportamentale. Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni di età ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e adulte, mentre le bambine e i bambini sembrano soffrirne in egual misura.
Le cause della malattia sono molteplici e diverse da persona a persona (ereditarietà, ambiente sociale, lutti familiari, problemi di lavoro, relazionali, etc.). Le ricerche hanno scoperto due cause principali: il fattore biologico, per cui alcuni hanno una maggiore predisposizione genetica verso questa malattia; e il fattore psicologico, per cui le nostre esperienze (particolarmente quelle infantili) possono portare ad una maggiore vulnerabilità acquisita alla malattia. La vulnerabilità biologica e quella psicologica interagiscono tra di loro e non necessariamente portano allo sviluppo del disturbo. Una persona vulnerabile può non ammalarsi mai di depressione, se non capita qualcosa in grado di scatenare il disturbo e se ha relazioni buone e supportive. Il fattore scatenante è spesso qualche evento stressante o qualche tensione importante che turba la nostra vita. Ma spesso è difficile capire cosa ha scatenato la nostra depressione, soprattutto se non è la prima volta che ne soffriamo.
Il disturbo depressivo può portare a gravi compromissioni nella vita di chi ne soffre. Non si riesce più a lavorare o a studiare, a iniziare e mantenere relazioni sociali e affettive, a provare piacere e interesse nelle attività. 15 persone su 100 che soffrono di depressione clinica grave muoiono per suicidio.
Nella maggior parte dei casi la guarigione da un episodio depressivo è seguita da diverse ricadute se non viene trattato adeguatamente e prematuramente (più ricadute ci sono nella storia di chi ne soffre e più la prognosi è sfavorevole). Sebbene i farmaci siano molto efficaci nel ridurre i sintomi acuti, non lo sono altrettanto nel risolvere la vulnerabilità alla ricaduta e nella maggior parte dei casi la loro interruzione porta al riacutizzarsi della sintomatologia e alla ricorrenza. La sola cura farmacologica inoltre può essere ostacolata dalla non collaborazione alla cura e disaccordo con la prescrizione medica. La combinazione tra un'adeguata farmacoterapia (quando necessaria) e la psicoterapia cognitivo - comportamentale aumenta significativamente il tasso di successi, sia nella cura dei sintomi acuti che della ricorrenza.
La depressione è un disturbo molto diffuso. Ne soffrono infatti circa 15 persone su 100. Le statistiche ci dicono che in un gruppo di 6 persone almeno una soffrirà di depressione nella sua vita.
Tutti quanti abbiamo l'esperienza di una giornata storta, in cui siamo giù di corda, tristi, più irritabili del solito e "ci sentiamo un po' depressi". Molto probabilmente non si tratta di un disturbo depressivo, ma di un calo d'umore passeggero. La depressione clinica invece presenta molti altri sintomi e si prolunga nel tempo. Per andare via richiede un trattamento psicologico e/o farmacologico. Chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata, per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente sempre giù e/o irritabile, si sente stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso ("dolore del vivere").
In generale, chi ha la depressione clinica può soffrire quotidianamente dei seguenti sintomi:
- umore depresso;
- perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività;
- mancanza di energie, affaticamento, stanchezza;
- aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo;
- disturbi del sonno (dorme di più o di meno o si sveglia spesso durante la notte);
- rallentamento o agitazione;
- difficoltà a concentrarsi;
- sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole;
- pensieri di morte o di suicidio.
I parenti e gli amici della persona depressa, animati da buone intenzioni, possono cercare di spronarla invitandola a sforzarsi di reagire, senza rendersi conto che questo aumenta il suo senso di colpa e la sua autosvalutazione. L'atteggiamento più utile è aiutare la persona depressa ad intraprendere un percorso di cura fatto di un'adeguata terapia farmacologica e una psicoterapia cognitivo - comportamentale. Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni di età ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e adulte, mentre le bambine e i bambini sembrano soffrirne in egual misura.
Le cause della malattia sono molteplici e diverse da persona a persona (ereditarietà, ambiente sociale, lutti familiari, problemi di lavoro, relazionali, etc.). Le ricerche hanno scoperto due cause principali: il fattore biologico, per cui alcuni hanno una maggiore predisposizione genetica verso questa malattia; e il fattore psicologico, per cui le nostre esperienze (particolarmente quelle infantili) possono portare ad una maggiore vulnerabilità acquisita alla malattia. La vulnerabilità biologica e quella psicologica interagiscono tra di loro e non necessariamente portano allo sviluppo del disturbo. Una persona vulnerabile può non ammalarsi mai di depressione, se non capita qualcosa in grado di scatenare il disturbo e se ha relazioni buone e supportive. Il fattore scatenante è spesso qualche evento stressante o qualche tensione importante che turba la nostra vita. Ma spesso è difficile capire cosa ha scatenato la nostra depressione, soprattutto se non è la prima volta che ne soffriamo.
Il disturbo depressivo può portare a gravi compromissioni nella vita di chi ne soffre. Non si riesce più a lavorare o a studiare, a iniziare e mantenere relazioni sociali e affettive, a provare piacere e interesse nelle attività. 15 persone su 100 che soffrono di depressione clinica grave muoiono per suicidio.
Nella maggior parte dei casi la guarigione da un episodio depressivo è seguita da diverse ricadute se non viene trattato adeguatamente e prematuramente (più ricadute ci sono nella storia di chi ne soffre e più la prognosi è sfavorevole). Sebbene i farmaci siano molto efficaci nel ridurre i sintomi acuti, non lo sono altrettanto nel risolvere la vulnerabilità alla ricaduta e nella maggior parte dei casi la loro interruzione porta al riacutizzarsi della sintomatologia e alla ricorrenza. La sola cura farmacologica inoltre può essere ostacolata dalla non collaborazione alla cura e disaccordo con la prescrizione medica. La combinazione tra un'adeguata farmacoterapia (quando necessaria) e la psicoterapia cognitivo - comportamentale aumenta significativamente il tasso di successi, sia nella cura dei sintomi acuti che della ricorrenza.
"I had a Black Dog"
Un video dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che spiega cos'è la Depressione (Black Dog)
Un video dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che spiega cos'è la Depressione (Black Dog)