VIGORESSIA o ANORESSIA MASCHILE o ANORESSIA RIVERSA
La vigoressia, che nel DSM-5 ricade nella categoria "Disturbo Evitante/Restrittivo dell'assunzione di cibo", secondo Pope, Gruber, Choi, Olivardia e Phillips (1997) è una “preoccupazione cronica di non essere sufficientemente muscolati” (o a volte, specialmente in caso di donne, muscolati e magri). Gli individui affetti da vigoressia sviluppano una marcata dipendenza dall’esercizio fisico (protratto per molte ore al giorno), unita ad un’attenzione eccessiva alla loro dieta che porta ad evitare di consumare certi cibi, ad incrementarne quindi il desiderio e poi a cedervi con abbuffate seguite da senso di colpa. Inoltre, presentano compromissioni in aree importanti del loro funzionamento (sociale, occupazionale, relazionale): i soggetti affetti da tale disturbo possono allenarsi per più di due ore al giorno, talvolta sacrificando importanti impegni sociali e compromettendo la loro salute fisica. La necessità di sviluppare sempre più massa muscolare conduce la maggior parte di loro a fare uso di sostanze illegali, in particolare steroidi anabolizzanti. Queste sostanze aiutano i muscoli a raggiungere livelli di sviluppo non ottenibili con il semplice esercizio fisico e possono provocare conseguenze negative sia di natura fisica che psichica come aumento dell’aggressività, acne, impotenza. Nonostante i soggetti siano consapevoli di tali effetti collaterali, diversi studi dimostrano che l’uso di steroidi è fortemente diffuso. Gonfiano i loro fisici, eseguendo con grande concentrazione i loro esercizi, affinché il muscolo “straripi” da sotto la pelle, ignari di mostrare il simbolo della loro debolezza psicologica, legata ad una profonda insicurezza. I muscoli rappresenterebbero per loro un mezzo di compensazione per un senso di inadeguatezza circa la propria mascolinità. Infatti, attualmente è ampiamente accettato che la dismorfia muscolare (distorsione della percezione dell'immagine corporea) sia più frequente nei maschi, sebbene siano stati documentati anche casi di donne con severa dismorfia muscolare. Pope (2000) sottolinea che più di una distorsione relativa all’immagine dei loro corpi, nei soggetti con dismorfia muscolare, vi è una distorta immagine di se stessi come uomini. L’insoddisfazione nei confronti di se stessi, viene trasferita sul corpo, come debole maschera che cela un vuoto incolmabile. Gli individui vigoressici vivono un senso di inadeguatezza che li induce ad evitare contatti sociali, a fallire frequentemente nelle relazioni interpersonali. Uno degli aspetti più volte sottolineato è la marcata correlazione esistente, per i soggetti affetti da dismorfia muscolare, tra taglia muscolare e autostima. Sembra che quest’ultima dipenda in modo esclusivo da quanto grossi i soggetti sentono di essere. Questo fenomeno spiegherebbe l’esigenza di richiedere costantemente rassicurazioni agli altri concernenti lo sviluppo ulteriore della loro muscolatura. Tale disturbo colpisce in maniera silente la popolazione sportiva soprattutto maschile, “mimetizzandosi” nell’equazione di genere muscolarità = forza.