BINGE EATING DISORDER o DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA
Marco è un uomo in grave sovrappeso. Tutte le volte che rientra dal lavoro, dove ha avuto diversi scontri col capo e fastidi da parte dei clienti, viene accolto dalla moglie che lo rimprovera per questo e per quello. Marco si sente solo e non capito...sente vuoto nella zona dello stomaco e un enorme fastidio, cena regolarmente ma i pensieri sul lavoro e sul giorno dopo non lasciano la sua mente. Appena la moglie va a letto, Marco si reca in cucina e svuota il frigorifero senza neanche rendersene conto, mangia di tutto e senza un ordine, ingurgita velocemente e senza neanche sentire i sapori di ciò che mette in bocca. Finito il tutto si sente in colpa e promette a se stesso che la prossima volta sarà più forte e che non cederà all'impulso
Il disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating disorder (BED) si caratterizza per le frequenti abbuffate (almeno una volta al giorno per un periodo di 3 mesi) associate ad un grosso diasagio psicologico ed emotivo. In questi momenti le persone tendono a mangiare molto rapidamente, finché sono si sentono sgradevolmente piene e quindi a mangiare una quantità di cibo molto superiore alla normale sensazione fisica di fame. Spesso mangiano da sole poiché si sentono in imbarazzo per come mangiano e può insorgere disgusto verso sè stessi con conseguente bassa autostima o senso di colpa dopo l'abbuffata.
Per abbuffata s'intende l'ingestione, in un determinato periodo di tempo, di una quantità di cibo significativamente maggiore rispetto a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili, associata alla sensazione di perdere il controllo durante l'episodio (ad esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando). Le abbuffate non sono associate con un regolare uso di comportamenti compensatori inappropriati (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici, clisteri e il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo) e non si manifestano esclusivamente in corso di Anoressia Nervosa o di Bulimia Nervosa.
In genere le persone che soffrono di questo disturbo usano l'abbuffata per controllare o sedare emozioni spiacevoli...diventa "l'amica scomoda" che fa stare bene ma di cui ci si vergogna.
Una delle teorie più accreditate sul funzionamento cognitivo del disturbo è quella che spiega il problema attraverso la "finestra emozionale ristretta". Secondo questo modello le persone che hanno una difficoltà nel riconoscimento delle emozioni e una bassa tolleranza delle stesse, quando si trovano in stati di ansia o depressione, non avendo strumenti per la gestione del malessere, sono indotti a credere che l’unica soluzione di gestione possibile sia l’anestesia emotiva ottenuta attraverso un comportamento impulsivo, per esempio attraverso il ricorso all’abbuffata (Sassaroli, Ruggero, 2005; Carano et al., 2006; Dingemans, Martijn et al., 2008). Il desiderio di mangiare è vissuto dai pazienti come un impulso, difficilmente controllabile, che assume le caratteristiche di un vero e proprio “craving” inducendoli a ritenere di non potervisi opporre e mettendoli nella condizione di dover accantonare i loro propositi e le loro volontà (Vinai, Todisco, 2007). Dall’esperienza clinica con pazienti con diagnosi di binge eating disorder si osserva che vanno incontro all’esperienza di craving, come i pazienti che hanno comportamenti di abuso di sostanze.
Il disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating disorder (BED) si caratterizza per le frequenti abbuffate (almeno una volta al giorno per un periodo di 3 mesi) associate ad un grosso diasagio psicologico ed emotivo. In questi momenti le persone tendono a mangiare molto rapidamente, finché sono si sentono sgradevolmente piene e quindi a mangiare una quantità di cibo molto superiore alla normale sensazione fisica di fame. Spesso mangiano da sole poiché si sentono in imbarazzo per come mangiano e può insorgere disgusto verso sè stessi con conseguente bassa autostima o senso di colpa dopo l'abbuffata.
Per abbuffata s'intende l'ingestione, in un determinato periodo di tempo, di una quantità di cibo significativamente maggiore rispetto a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili, associata alla sensazione di perdere il controllo durante l'episodio (ad esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando). Le abbuffate non sono associate con un regolare uso di comportamenti compensatori inappropriati (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici, clisteri e il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo) e non si manifestano esclusivamente in corso di Anoressia Nervosa o di Bulimia Nervosa.
In genere le persone che soffrono di questo disturbo usano l'abbuffata per controllare o sedare emozioni spiacevoli...diventa "l'amica scomoda" che fa stare bene ma di cui ci si vergogna.
Una delle teorie più accreditate sul funzionamento cognitivo del disturbo è quella che spiega il problema attraverso la "finestra emozionale ristretta". Secondo questo modello le persone che hanno una difficoltà nel riconoscimento delle emozioni e una bassa tolleranza delle stesse, quando si trovano in stati di ansia o depressione, non avendo strumenti per la gestione del malessere, sono indotti a credere che l’unica soluzione di gestione possibile sia l’anestesia emotiva ottenuta attraverso un comportamento impulsivo, per esempio attraverso il ricorso all’abbuffata (Sassaroli, Ruggero, 2005; Carano et al., 2006; Dingemans, Martijn et al., 2008). Il desiderio di mangiare è vissuto dai pazienti come un impulso, difficilmente controllabile, che assume le caratteristiche di un vero e proprio “craving” inducendoli a ritenere di non potervisi opporre e mettendoli nella condizione di dover accantonare i loro propositi e le loro volontà (Vinai, Todisco, 2007). Dall’esperienza clinica con pazienti con diagnosi di binge eating disorder si osserva che vanno incontro all’esperienza di craving, come i pazienti che hanno comportamenti di abuso di sostanze.