DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
Ogni volta che rientra in casa Marina toglie le scarpe e le infila in una busta prima di riporle nella scarpiera. Poi toglie tutti i vestiti e li appoggia in una sedia adibita a questo scopo che tiene vicino all’ingresso. Va poi al bagno a lavare le mani, gli avambracci e il volto; ogni parte viene lavata più volte, fino a 20 volte. Infine, prima di indossare i “vestiti puliti da casa”, passa un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante sui capelli e sugli occhiali. Alla fine di queste operazioni Marina si sente “pulita”, intendendo con ciò l’impressione che su nessuna parte del suo corpo siano depositate sostanze contenenti germi o altro “sporco”.
Alberto, tutti i giorni, prima di andare a letto controlla che la manopola del gas sia chiusa; questa operazione richiede tutti i giorni dai 15 ai 25 minuti: dopo aver girato la manopola del gas, Alberto apre e richiude la manopola un preciso numero di volte, controlla ripetutamente che la manopola sia perfettamente orizzontale, controlla il grado d’inclinazione rispetto alle piastrelle della parete. Il controllo finisce quando Alberto si sente “abbastanza sicuro che il gas sia chiuso bene”.
Quelli descritti sopra sono esempi degli innumerevoli comportamenti sintomatici che un paziente con disturbo ossessivo compulsivo (DOC) può mettere in atto per almeno un’ora al giorno fino, nei casi più gravi, a sintomi che occupano quasi completamente il tempo di veglia.
Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni: le ossessioni consistono in idee, pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e/o persistenti che insorgono improvvisamente nella mente del soggetto e che vengono percepiti come intrusivi, fastidiosi e privi di senso. Le compulsioni sono definite come atti mentali (es. contare, pregare, ripetere parole) o comportamentali (es. controllare, pulire, ordinare) ripetitivi, messi in atto in risposta ad un'ossessione secondo regole precise, allo scopo di neutralizzare e/o prevenire un disagio e una situazione temuta.
A differenza di altri disturbi psicologici, sostanzialmente omogenei, il DOC nella pratica clinica si presenta con sintomi e fenomeni diversi.
Esempi di ossessioni sono pensieri del tipo: “potrei infettarmi con il virus HIV se tocco la porta del bagno della discoteca”, “non devo pensare il nome delle persone a cui voglio bene in ospedale, altrimenti potrebbero ammalarsi davvero”, “tutto deve essere sempre perfettamente in ordine e in armonia, altrimenti qualcosa di brutto potrebbe capitare alla mia famiglia”. A ossessioni di questo tipo seguono condotte compulsive tese a prevenire la minaccia paventata, come ad esempio: evitare di toccare o anche solo avvicinarsi a tutte le porte delle discoteche, o addirittura a tutte le porte o tutti i locali pubblici, monitoraggio continuo dei propri pensieri e ripetizione di preghiere tese ad annullare eventuali “pensieri sbagliati”, ancora azioni tese a evitare di mettere o lasciare oggetti “fuori posto”, controlli che tutti gli oggetti siano sistemati secondo il proprio criterio di ordine.
I pensieri e le azioni delle persone che soffrono di DOC possono apparire bizzarri, irrazionali, esagerati o insensati, questo non significa che si tratta di un disturbo del pensiero o che gli ossessivi ragionano meno bene delle altre persone. Chi soffre del disturbo generalmente si rende conto del fatto che le proprie preoccupazioni e condotte sono esagerate o insensate, ma questa consapevolezza non aiuta a modificare il comportamento, piuttosto, alimenta l’autocritica e la sofferenza (frasi frequenti sono: “Non capisco perché mi comporto in questo modo”, “Forse sto diventando matto!”, “Se le persone sapessero che ho questi pensieri mi prenderebbero per pazzo!”).
Il disturbo si manifesta generalmente nella prima giovinezza (il massimo dell’incidenza si ha tra i 15 e 25 anni), con una prevalenza lifetime che oscilla intorno 2-2,5% nella popolazione generale. Il decorso raramente è episodico, è invece, un disturbo che tende a cronicizzare, anche se con fasi fluttuanti di miglioramento e di peggioramento, e a diventare invalidante. In una percentuale tra il 5 e il 10% il decorso è ingravescente.
Sottotipi:
- da Contaminazione: ossessioni riguardanti il timore di potersi sporcare o contaminare entrando in contatto con sostanze di vario tipo, con persone o con simboli negativi; la persona si trova costretta a evitare luoghi potenzialmente sporchi o a mettere in atto compulsioni di sterilizzazione o pulizia.
- da Controllo: ossessioni riguardanti il dubbio di avere o non aver commesso qualcosa o di poter commettere qualcosa che può aver danneggiato sé o gli altri. Le compulsioni riguardano il costante e ripetuto controllo sulle azioni condotte, con lo scopo di assicurarsi di non aver causato gravi incidenti o catastrofi.
- da Superstizione: ossessioni circa i possibili esiti negativi di eventi simbolici. La persona si sente costretta a compiere peculiari rituali al fine di scongiurare gli esiti negativi associati all’ossessione. La compulsione ha lo scopo di evitare che qualcosa di brutto possa capitare a sé stesso o alla propria famiglia, come previsto dal contenuto del pensiero ossessivo.
- da Ordine e Simmetria: pensieri ripetuti e intrusivi relativi a tutto ciò che è disordinato o asimmetrico, che genera la sgradevole percezione di non sentirsi a posto con sé stessi; in questo caso, le compulsioni riguardano il continuo riordine di oggetti per evitare questa spiacevole sensazione.
- da Accumulo e Accaparramento: ossessione rispetto l’abbandono o il mancato accumulo di oggetti e la relativa compulsione a conservare qualunque oggetto, anche se inutile o privo di significato affettivo.
- Puro: ossessioni senza compulsioni. Le persone con questo disturbo sono spaventate da pensieri e immagini in cui si vedono compiere gesti sconvenienti o pericolosi (es: aggressioni, bestemmie, comportamenti sessuali, ecc.). In questa condizione le compulsioni sono sostituite da una continua e ripetuta forma di rimuginio e controllo dei propri pensieri.
Alberto, tutti i giorni, prima di andare a letto controlla che la manopola del gas sia chiusa; questa operazione richiede tutti i giorni dai 15 ai 25 minuti: dopo aver girato la manopola del gas, Alberto apre e richiude la manopola un preciso numero di volte, controlla ripetutamente che la manopola sia perfettamente orizzontale, controlla il grado d’inclinazione rispetto alle piastrelle della parete. Il controllo finisce quando Alberto si sente “abbastanza sicuro che il gas sia chiuso bene”.
Quelli descritti sopra sono esempi degli innumerevoli comportamenti sintomatici che un paziente con disturbo ossessivo compulsivo (DOC) può mettere in atto per almeno un’ora al giorno fino, nei casi più gravi, a sintomi che occupano quasi completamente il tempo di veglia.
Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni: le ossessioni consistono in idee, pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e/o persistenti che insorgono improvvisamente nella mente del soggetto e che vengono percepiti come intrusivi, fastidiosi e privi di senso. Le compulsioni sono definite come atti mentali (es. contare, pregare, ripetere parole) o comportamentali (es. controllare, pulire, ordinare) ripetitivi, messi in atto in risposta ad un'ossessione secondo regole precise, allo scopo di neutralizzare e/o prevenire un disagio e una situazione temuta.
A differenza di altri disturbi psicologici, sostanzialmente omogenei, il DOC nella pratica clinica si presenta con sintomi e fenomeni diversi.
Esempi di ossessioni sono pensieri del tipo: “potrei infettarmi con il virus HIV se tocco la porta del bagno della discoteca”, “non devo pensare il nome delle persone a cui voglio bene in ospedale, altrimenti potrebbero ammalarsi davvero”, “tutto deve essere sempre perfettamente in ordine e in armonia, altrimenti qualcosa di brutto potrebbe capitare alla mia famiglia”. A ossessioni di questo tipo seguono condotte compulsive tese a prevenire la minaccia paventata, come ad esempio: evitare di toccare o anche solo avvicinarsi a tutte le porte delle discoteche, o addirittura a tutte le porte o tutti i locali pubblici, monitoraggio continuo dei propri pensieri e ripetizione di preghiere tese ad annullare eventuali “pensieri sbagliati”, ancora azioni tese a evitare di mettere o lasciare oggetti “fuori posto”, controlli che tutti gli oggetti siano sistemati secondo il proprio criterio di ordine.
I pensieri e le azioni delle persone che soffrono di DOC possono apparire bizzarri, irrazionali, esagerati o insensati, questo non significa che si tratta di un disturbo del pensiero o che gli ossessivi ragionano meno bene delle altre persone. Chi soffre del disturbo generalmente si rende conto del fatto che le proprie preoccupazioni e condotte sono esagerate o insensate, ma questa consapevolezza non aiuta a modificare il comportamento, piuttosto, alimenta l’autocritica e la sofferenza (frasi frequenti sono: “Non capisco perché mi comporto in questo modo”, “Forse sto diventando matto!”, “Se le persone sapessero che ho questi pensieri mi prenderebbero per pazzo!”).
Il disturbo si manifesta generalmente nella prima giovinezza (il massimo dell’incidenza si ha tra i 15 e 25 anni), con una prevalenza lifetime che oscilla intorno 2-2,5% nella popolazione generale. Il decorso raramente è episodico, è invece, un disturbo che tende a cronicizzare, anche se con fasi fluttuanti di miglioramento e di peggioramento, e a diventare invalidante. In una percentuale tra il 5 e il 10% il decorso è ingravescente.
Sottotipi:
- da Contaminazione: ossessioni riguardanti il timore di potersi sporcare o contaminare entrando in contatto con sostanze di vario tipo, con persone o con simboli negativi; la persona si trova costretta a evitare luoghi potenzialmente sporchi o a mettere in atto compulsioni di sterilizzazione o pulizia.
- da Controllo: ossessioni riguardanti il dubbio di avere o non aver commesso qualcosa o di poter commettere qualcosa che può aver danneggiato sé o gli altri. Le compulsioni riguardano il costante e ripetuto controllo sulle azioni condotte, con lo scopo di assicurarsi di non aver causato gravi incidenti o catastrofi.
- da Superstizione: ossessioni circa i possibili esiti negativi di eventi simbolici. La persona si sente costretta a compiere peculiari rituali al fine di scongiurare gli esiti negativi associati all’ossessione. La compulsione ha lo scopo di evitare che qualcosa di brutto possa capitare a sé stesso o alla propria famiglia, come previsto dal contenuto del pensiero ossessivo.
- da Ordine e Simmetria: pensieri ripetuti e intrusivi relativi a tutto ciò che è disordinato o asimmetrico, che genera la sgradevole percezione di non sentirsi a posto con sé stessi; in questo caso, le compulsioni riguardano il continuo riordine di oggetti per evitare questa spiacevole sensazione.
- da Accumulo e Accaparramento: ossessione rispetto l’abbandono o il mancato accumulo di oggetti e la relativa compulsione a conservare qualunque oggetto, anche se inutile o privo di significato affettivo.
- Puro: ossessioni senza compulsioni. Le persone con questo disturbo sono spaventate da pensieri e immagini in cui si vedono compiere gesti sconvenienti o pericolosi (es: aggressioni, bestemmie, comportamenti sessuali, ecc.). In questa condizione le compulsioni sono sostituite da una continua e ripetuta forma di rimuginio e controllo dei propri pensieri.