Perché alcune persone non riescono a fare a meno di alcune sostanze come cibo, alcol o droghe? Cercherò di spiegarlo aiutandomi col disegno che vedete sopra.
Iniziamo con la presenza di uno stato emotivo spiacevole (rabbia, ansia, ecc.) che rientra verso lo 0 in modo molto lento (tratto verde). A questo punto, una persona che ha difficoltà nella regolazione delle emozioni, inizia ad immaginare di consumare la sostanza desiderata ed inizia a trarne piacere (tratto azzurro) finché non arriva a consumarla (tratto rosso) con un enorme picco di piacere e molto rapido (AB). E' proprio questo picco rapido ed intenso che cercano queste persone perché è l'unico modo che hanno imparato, dato che l'hanno sperimentato funzionare, per uscire da un'emozione negativa o uno stato psicologico indesiderato (es. stato dissociativo, stato di vuoto, noia). E poco importa se si fa notare loro che a fronte di un benessere limitato (area gialla), qualche ora, si ha poi un malessere più ampio e duraturo (area verde), di qualche giorno, con sensi di colpa, vergogna, disprezzo verso sé stessi, ecc. che poi, in molti casi, richiede un nuovo consumo per uscirne. Per alcune persone, è proprio la ricerca di quel "primo picco intenso" che le spinge a continuare nella speranza, prima o poi, di uscire dal circolo vizioso che si crea. Questo processo mentale non considera il fattore dipendenza fisica che creano alcune sostanze ma che va sicuramente ad alimentare o ricreare quegli stati emotivi da cui è difficile uscire. Con queste persone ha poco senso discutere di trovare qualcosa di alternativo e più funzionale perché non ci sarà nulla che darà loro quel picco intenso di piacere che li fa uscire dallo stato mentale indesiderato, ha più senso lavorare sullo stato che poi richiede la sostanza per uscirne. Vediamo un esempio per chiarire il processo: ho litigato col capo in ufficio, sento rabbia (o il più delle volte una sensazione spiacevole che non so identificare) e non so come gestirla quindi inizio a pensare: "Chi se ne frega! Poi vado a casa e mi mangio una bella vaschetta di gelato!" (qui l'emozione inizia già ad attenuarsi sostituita dall'acquolina in bocca). Arrivo a casa e mi mangio la vaschetta di gelato e magari svuoto anche il frigo provando piacere (picco). Cosa succede però appena ho finito di mangiare? Inizia un rimuginio terribile del tipo: "Ancora una volta sono stato debole!", "La scorsa volta doveva essere l'ultima e invece...", "Se continuo così mi faccio del male seriamente", "Cosa penseranno di me gli altri?", "Non ho il controllo di me stesso" e così via. Ovviamente questi pensieri non fanno altro che portarmi in uno stato negativo che sopporto qualche giorno, ma poi cosa succede se mi capita un'altra difficoltà mentre sto così? Come ne esco? A questo punto immagino sappiate la risposta!
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Blog del Dr. Fabio Boccaletti - Psicologo e PsicoterapeutaCategorie
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