I sistemi motivazionali si dividono in tre gruppi in base all'evoluzione del cervello umano per cui abbiamo: i sistemi motivazionali di primo livello (rettiliani) o di base che regolano il rapporto dell'organismo con l'ambiente non sociale (protezione dai pericoli, regolare le funzioni omeostatiche, esplorare l'ambiente, definire uno spazio dove vivere, procacciare il cibo e regolare l'accoppiamento sessuale), i sistemi motivazionali di secondo livello (limbici) o interpersonali che regolano i rapporti dell'individuo con l'ambiente sociale e i sistemi motivazionali di terzo livello (neocorticali) che regolano l'espressione degli altri sistemi motivazionali in base all'apprendimento e alla cultura, sono responsabili della nascita del linguaggio simbolico, della coscienza e della condivisione dell'esperienza soggettiva (intersoggettività).
Caratteristica interessante dei sistemi motivazionali, e importante allo stesso tempo, è che i sistemi di livello superiore regolano quelli di livello inferiore. Regolazione che riguarda però solo la dilazione della soddisfazione dello scopo o la modalità con cui perseguirlo, non la sua soppressione (es se si attiva il sistema di difesa perché mi sento in pericolo, il sistema di attaccamento può regolare la risposta dell'organismo ma non sopprimere il bisogno di sicurezza). I Sistemi Motivazionali Interpersonali L'operare di base dei sistemi motivazionali interpersonali (SMI) si colloca al di fuori dell'esperienza cosciente: esso appartiene al vasto ambito del conoscere relazionale implicito (Stern, 2004). L'operare degli SMI consiste, in altre parole, nell'emissione reciproca di segnali comunicativi non verbali, non subordinati ad alcuna forma di conoscenza esplicita, ma mediati dal sistema dei neuroni specchio (Iacobini, 2008). La sintonizzazione degli SMI fra due individui interagenti non richiede dunque alcun coinvolgimento della coscienza. Bowlby osservò per primo che le emozioni possono essere considerate come le prime fasi dell'operare degli SMI che possono essere avvertite nella coscienza. Il contesto intersoggettivo, emotivamente denso e organizzato da SMI che sono frutto dell'evoluzione, costituisce la culla del pensiero simbolico e concettuale. Quando due persone si incontrano, il loro scambio intersoggettivo è sempre regolato e motivato dagli SMI che si attivano. Il Sistema motivazionale dell'Attaccamento si attiva, e assume il controllo del comportamento e dell'esperienza emotiva nelle situazioni di dolore, di pericolo, di stanchezza e di protratta solitudine. Con lo sviluppo delle abilità personali di autocura, l'attivazione del sistema diventa progressivamente meno rapida e meno insopprimibile rispetto alla prima infanzia, ma le suddette situazioni, se protratte nel tempo o intense, innescano inevitabilmente l'attività del sistema. Una volta attivato, il sistema di attaccamento coordina due sequenze di emozioni assai tipiche. La prima sequenza si produce quando le azioni del sistema non riescono a raggiungere prontamente l'obiettivo della vicinanza protettiva e confortevole di una figura di attaccamento: paura, protesta collerica, tristezza e infine distacco emozionale. La seconda sequenza si verifica invece se tale obiettivo è raggiunto: conforto, gioia e sicurezza. La scomparsa delle condizioni di allarme e dolore, specie se ottenuta grazie alla vicinanza protettiva, determina la disattivazione del sistema di attaccamento. Il Sistema di Accudimento è complementare a quello di attaccamento, ed è attivato principalmente dalla percezione del separation call emesso da un membro del gruppo sociale. Le azioni coordinate dal sistema di accudimento sono caratterizzate dall'offerta di vicinanza, da ogni forma di aiuto possibile e protezione dal pericolo, dall'abbraccio confortante. Durante l'attività del sistema di accudimento si susseguono sequenze emozionali come: ansiosa sollecitudine, compassione, tenerezza protettiva e colpa per il mancato accudimento ne sono i principali rappresentanti. La regola di arresto dell'attività del sistema di accudimento è data dal cessare, per l'altro con cui si è in relazione, delle condizioni di pericolo e di dolore. La regola di attivazione del Sistema di Rango prende forma in presenza di qualsiasi risorsa limitata, appetibile da più di un membro del gruppo sociale. Il diritto prioritario di accesso alle risorse viene definito attraverso l'aggressività ritualizzata, non primariamente finalizzata a ledere o uccidere l'antagonista. Il fine della ritualizzazione dell'aggressività è di ottenere dall'antagonista un segnale di resa. Una sequenza emozionale tipica del sistema di rango vede la collera, che accompagna lo scambio di segnali di sfida, seguita dalla paura, che si manifesta allorché, durante lo scambio, ci si rende conto delle maggiori capacità agonistiche dell'altro (si noti che nel sistema di accudimento la sequenza di collera e paura è inversa: prima la paura e poi la protesta per il perdurare della separazione). Durante l'emissione del segnale di resa, una terza emozione, tipica del sistema motivazionale di rango, compare nello sconfitto. Si tratta della vergogna, che è a sua volta seguita da tristezza e umiliazione. Nel contempo, il vincitore passa dalla collera iniziale a un sentimento di orgoglioso trionfo, che può mescolarsi a un sentimento di disprezzo nei confronti dello sconfitto. Il Sistema Sessuale è attivato non solo da variabili interne all'organismo (ormoni), ma anche dai segnali di seduzione erotica emessi da un conspecifico. L'orgasmo pone termine all'attivazione episodica del sistema sessuale. La ripetizione dell'attivazione del sistema sessuale fra due partner è alla base della formazione di legami di coppia fondati su questo sistema motivazionale. Una volta che si sia formato il legame, nuove emozioni tipiche dell'attivazione del sistema, come la gelosia, si aggiungono a quelle elementari: desiderio e piacere erotico. Il Sistema Cooperativo Paritetico è attivato dalla percezione di obiettivi che, anziché configurarsi come risorse limitate per l'accesso alle quali è necessario competere, appaiono ai due individui interagenti come meglio perseguibili attraverso un'azione congiunta. Il raggiungimento dell'obiettivo condiviso pone spesso termine all'attivazione del sistema cooperativo. Emozioni di gradevole, gioiosa condivisione e di lealtà reciproca sono tipiche dell'attivazione del sistema cooperativo, come pure lo sono, in negativo, emozioni di collera perdurante, fino all'odio, per la rottura unilaterale di una lealtà cooperativa. Sistemi di Predazione e di Difesa I Sistemi Predatorio e di Difesa sono caratterizzati dalla presenza di aggressività distruttiva, finalizzata a uccidere l'altro o almeno a danneggiarlo gravemente, e quindi ben diversa dall'aggressività ritualizzata tipica del sistema agonistico di rango. Il sistema predatorio è inoltre accompagnato da un eccitamento che non si può considerare simile alla collera: basti pensare che un cacciatore non è certo adirato verso la preda, ma anzi prova un particolare genere di esaltazione e piacere nel catturarla e abbatterla. Il sistema di difesa invece è caratterizzato da un particolare genere di paura, e da una collera anch'essa distruttiva, finalizzata a danneggiare il più gravemente possibile l'aggressore, sino a ucciderlo. Il sistema di difesa merita particolare attenzione perché è coinvolto in tutte le esperienze traumatiche: il trauma per definizione comporta sempre una minaccia alla vita o all'incolumità. Una volta attivato dalla percezione di una tale minaccia, il sistema di difesa si manifesta con una sequenza comportamentale invariata studiata da Porges nella sua Teoria Polivagale. La sequenza comportamentale tipica del sistema di difesa è descritta con le cosiddette quattro "F": Freezing, Flight, Fight, Feigned death. L'attivazione del sistema di difesa inizia con un'immediata e automatica immobilità (freezing, congelamento) comandata dal sistema ortosimpatico e accompagnata da tachicardia e iperpnea oltre che da un incremento del tono muscolare che ha il fine di preparare alla fuga (flight) o alla lotta (fight). La scelta fra la fuga e la lotta avviene durante la fase di congelamento, ed è legata a operazioni cerebrali che si svolgono a livello tronco encefalico, essa non richiede dunque l'intervento della coscienza di ordine superiore. Queste operazioni consistono in una valutazione puramente percettiva, non concettuale, dei rapporti di forza con l'aggressore (predatore). Se tale valutazione è favorevole all'aggredito, al freezing segue l'attacco al predatore, altrimenti la scelta è per la fuga. Se poi la fuga si rivela impossibile, può subentrare la manifestazione estrema, anch'essa automatica e mai frutto di processi mentali consapevoli, del sistema di difesa: una variante della sincope vagale nota come finta morte. Mentre le prime tre fasi dell'attivazione del sistema di difesa sono regolate dal sistema ortosimpatico, la finta morte è regolata da una sezione del nucleo del vago, il nucleo vagale dorsale. L'importanza per i clinici di conoscere le implicazioni dell'attivazione del nucleo dorsale del vago nelle esperienze traumatiche consiste nel fatto che tale attivazione può spiegare molti sintomi osservabili nei pazienti che soffrono degli esiti di traumi psicologici: i sintomi somatoformi di accasciamento e incertezza motoria, l'ottundimento e il tipico sentimento pervasivo di impotenza personale. Bibliografia: G. Liotti, F. Monticelli - "Teoria e clinica dell'alleanza terapeutica" - Raffaello Cortina Editore
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Blog del Dr. Fabio Boccaletti - Psicologo e PsicoterapeutaCategorie
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