In questo video si possono vedere le reazioni tipiche alla Strange Situation di 3 bambini con tre modelli di Attaccamento: sicuro, insicuro evitante e insicuro ambivalente o resistente.
ATTACCAMENTO SICURO (bambina 1) I bambini con attaccamento sicuro usano la madre come un "base sicura" dalla quale partire per dedicarsi, fiduciosi, all'esplorazione e al gioco. Sottoposti alla Strange Situation cominciano a piangere quando la madre si allontana e la cercano attivamente, chiamandola. Quando la madre torna l'accolgono festosamente, cercando il contatto stretto con lei, per poi ritornare tranquillamente a giocare. Si dimostrano felici di essere vicino alla madre, ma anche capaci di stare da soli. Le madri, osservate lungamente nell'interazione con il bambino a casa, dimostrano di essere più sensibili delle altre ai segnali e alle comunicazioni dei loro bambini. Il piccolo che sa di poter contare sulla madre e di avervi facile accesso, finché è presente può dedicarsi all'esplorazione di un ambiente nuovo; quando essa scompare il comportamento di attaccamento momentaneamente prevale su quello esplorativo, ma subito dopo il piccolo si rassicura e riprende ad esplorare certo del ritorno della madre. ATTACCAMENTO INSICURO-EVITANTE (bambino 2) Il comportamento dei bambini con attaccamento insicuro-evitante esposti alla Strange Situation è descritto come segue: ha scarso o nessun disagio alla separazione dalla madre, continuando ad esplorare attivamente. Al suo ritorno l'hanno evitata e ignorata scostandosi, guardando altrove e rifiutando il contatto prima di tornare ad esplorare l'ambiente. In casa le madri rifiutavano attivamente il comportamento di attaccamento allontanando il bambino in risposta alle sue richieste di avvicinamento. Questi bambini hanno sperimentato più volte la difficoltà ad accedere alla figura di attaccamento e hanno progressivamente imparato a farne a meno, concentrandosi sul mondo inanimato piuttosto che sulle persone. L'allontanamento rappresenta quindi una strategia adattiva, che permette di mantenere pur sempre una certa relazione con la figura di attaccamento proprio imparando a contare su sé stessi e stando distanti. In situazioni di bisogno estreme, l'attaccamento insicuro-evitante può peraltro associarsi anche alla strategia opposta della vicinanza. In questi casi si tratterà per il soggetto di ottenere vicinanza da un altro che egli costruisce come assolutamente rifiutante, per cui la prossimità dovrà essere estorta o imposta con un controllo serrato, mirando a "possedere" l'altro, più che a stare con lui, nella convinzione che l'altro non lo accetterebbe mai, potendo scegliere. Questi bambini, una volta diventati adulti, cercheranno di contare solo su sé stessi, di non riconoscere in sé nessuna debolezza e non richiedere mai il soccorso degli altri. Tenteranno di organizzare la propria esistenza facendo a meno dell'amore e del sostegno altrui e mirando all'autosufficienza assoluta; spesso questa apparente sicurezza si sfalderà drammaticamente davanti ad eventi altamente stressanti. ATTACCAMENTO INSICURO-AMBIVALENTE O RESISTENTE (bambino 3) Questi bambini rispondono alla separazione dalla madre con grande sofferenza, ma al suo ritorno non sembrano confortati, continuando a mostrare disagio e non riescono a riprendere l'esplorazione; esprimono rabbia, combinata o alternata alla ricerca di contatto; le madri non sono particolarmente rifiutanti, ma insensibili ai segnali e imprevedibili nelle risposte. Rabbia e accondiscendenza si alternano nei confronti di una figura di attaccamento imprevedibile, che non si sa come controllare e conquistare, ma della quale non si riesce a fare a meno. L'imprevedibilità della figura di attaccamento diviene così imprevedibilità del piccolo stesso e più in generale della loro relazione. Il filo conduttore che caratterizza le relazioni fra questi bambini e genitori è la vicinanza insoddisfacente e imprevedibile. I bambini vivono con ansia i rapporti affettivi: in particolare le separazioni e spesso anche gli eccessivi avvicinamenti. Ai grandi chiedono continue prove d'affetto, che non bastano mai a tranquillizzarli. I piccoli dubitano delle proprie capacità di affrontare situazioni difficili o problematiche senza l'appoggio degli altri, si sentono sprovveduti in un mondo complicato e pericoloso. Quando incontrano persone che dimostrano le capacità di proteggerli e di occuparsi di loro, interpretano queste relazioni come patti di solidarietà contro la solitudine, piuttosto che come basi di un rapporto reciproco tra pari.
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Blog del Dr. Fabio Boccaletti - Psicologo e PsicoterapeutaCategorie
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